Il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia si trova in una fase di espansione straordinaria. In primo luogo, nel 2023 ha raggiunto i 674 M€, con un incremento del +55% rispetto all’anno precedente. In secondo luogo, nel 2024 è salito a 909 M€, crescendo del 34,8%. Infine, le proiezioni indicano un quasi raddoppio a 1,8 Mld€ entro il 2027. Questo trend segnala una maturazione rapida e un’opportunità concreta per imprese e investitori.
Perché è una notizia
Innanzitutto, conferma che l’IA ha superato la fase sperimentale e si sta integrando nei processi aziendali. Inoltre, delinea un orizzonte favorevole per finanziatori e startup. Infine, presenta uno scenario ideale per It’s Prodigy, pronta a offrire competenza e guida tecnologica.
Il divario tra grandi imprese e PMI
Nonostante la crescita complessiva, permangono forti disuguaglianze tra le categorie aziendali. Le grandi imprese hanno un tasso di adozione tra 32 e 33 %, mentre le piccole e medie restano basse: solo 7–8 % , con alcune stime che indicano valori al 4,7 %. Questo gap riflette ostacoli concreti: competenze digitali carenti, budget limitati e infrastrutture insufficienti.
I settori trainanti
Le banche guidano l’adozione AI con 173,6 M€ d’investimenti, seguite da Telco & Media con 161,6 M€. Inoltre, crescono l’healthcare, l’energia, la pubblica amministrazione e il manifatturiero, dove l’AI viene impiegata per ottimizzare produzione, sostenibilità e servizi al cittadino .
Implicazioni per le PMI
Il vantaggio competitivo oggi dipende dall’adozione tempestiva dell’IA. Le PMI che investono consolidano efficienza, innovazione e crescita su scala. Chi ritarda, rischia di restare tagliato fuori dal mercato digitale futuro e perdere opportunità concrete.
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